
La Bici Per Promuovere Il Territorio: L’ Esempio Prosecco Unbound
Giugno 14, 2025Agli Eventi Marca Bianca Potete Divertirvi Con Una Bici Da Strada!

Daniele Simonetti
Marca Bianca è un format che sta pian piano rivoluzionando il mondo del ciclismo gravel, ma che non si rivolge solo a chi ama gli sterrati. Un evento Marca Bianca può essere affrontato tranquillamente anche con una bici da strada opportunamente equipaggiata (basta un copertoncino da 30-32 millimetri). Serve però anche spirito d’avventura e voglia di divertirsi, perché il finale sarà tutto all’insegna della festa.
Una delle prove, La Classica, si è già disputata ad aprile. Oggi è partita la Prosecco Unbound (e si concluderà il 22 giugno), poi ci sarà La Notturna (12 luglio) e La Epica (19 ottobre), che sarà l’ultima prova del Prestigio di Cicloturismo. Ma com’è nato questo nuovo concept di ciclismo? Lo abbiamo chiesto al deus ex machina del progetto, Massimo Panighel di Pedali di Marca.
Massimo, quanti anni fa è nato il progetto Marca Bianca?
«È un’idea che nasce in seguito al Mondiale Gravel del 2023, anche se il progetto era già in fase embrionale da prima. Il mondiale è stato il trampolino per lanciare questa visione. Perché un grande evento deve sempre lasciare una grande eredità. Questa è la genesi di Marca Bianca».
Qual è il concept di Marca Bianca? A quale pubblico si rivolge?
«Con Marca Bianca abbiamo voluto intercettare tutto quel pubblico che ama il gravel, compreso un pubblico femminile sempre più presente. I numeri forse sono ancora un po’ contenuti, ma anche perché gli eventi sono tanti e distribuiti nel tempo. Ogni fine settimana c’è qualcosa. L’idea è quella di creare qualcosa di non agonistico, che proponga di pedalare e scoprire il territorio, con percorsi simili, per lunghezza e dislivello, a quelli delle granfondo».
All’inizio c’era solo Marca Bianca, poi diventata La Epica. Ora gli eventi sono quattro…
«L’abbiamo ribattezzata La Epica perché è nata da un evento, il Mondiale Gravel 2023, che è stato “epico”. Oggi si usano spesso aggettivi altisonanti, ma in questo caso è meritato: quel mondiale è stato organizzato in soli 28 giorni».
Il primo obiettivo però resta sempre il territorio, giusto?
«Esatto. Gli eventi nascono per proporre qualcosa di nuovo, ma anche per offrire al territorio un appuntamento di riferimento. La Epica si svolge nella parte occidentale della zona del Prosecco. Rimaneva scoperta la parte orientale, con Conegliano e Vittorio Veneto. Collaboravamo all’organizzazione di un altro evento che quest’anno non si è disputato e così abbiamo pensato di proporre qualcosa di nostro. È nata così La Classica».
I due percorsi hanno qualcosa in comune?
«Sono totalmente diversi, si incrociano solo in un punto. Per questo è nata la combinata primavera-autunno, con una doppia “mezza medaglia” che si completa se l’appassionato partecipa a entrambi gli eventi. Le due medaglie si incastrano tra loro e sono un bellissimo ricordo. La Classica è verde, La Epica è gialla. La medaglia può essere completata anche in anni diversi, cambia solo il collarino».
E com’è nata la Prosecco Unbound?
«Grazie a un’enorme attività di mappatura delle strade bianche abbiamo coperto l’area da Bassano fino al confine con il Friuli. Così abbiamo ideato La Prosecco Unbound, che parte oggi e copre tutta l’area del Prosecco, il Montello, il Piave e la zona del Grappa».
E poi c’è La Notturna…
«Partiamo da Morgano, un paese periferico con una bellissima piazza, durante la festa d’estate legata alla Madonna del Carmine. La partenza è a mezzanotte, con un percorso che attraversa le quattro ciclovie della Marca Trevigiana: la Treviso-Ostiglia, la Muson dei Sassi, l’Ezzellina e la Tradotta. L’arrivo sarà giusto in tempo per la colazione, pedalando durante il plenilunio di luglio. Se il meteo sarà favorevole, sarà uno spettacolo».
È un evento aperto a tutti?
«Certo, come tutti gli eventi di Marca Bianca. Sono adatti a tutte le bici, anche da strada. Basta montare coperture da 30 o 32 millimetri. La Epica, ad esempio, si può affrontare anche con una bici da corsa: sarà un po’ come una Parigi-Roubaix. Pur includendo tratti sterrati, gli eventi Marca Bianca sono inclusivi e dedicati a tutti».
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